09 marzo, 2009

Il disegno di legge di riforma del lavoro pubblico del Ministro Brunetta

Il disegno di legge di riforma del lavoro pubblico del Ministro Brunetta
Non bastava la finanziaria varata in 9 minuti e la famigerata Legge 133, l’infaticabile Ministro Brunetta continua la sistematica opera di demolizione della pubblica amministrazione. Ed ecco approvato, in perfetto stile bipartisan (il disegno di legge costituisce una sintesi tra l’idea di riforma della P.A. del sen. Ichino e quella di Brunetta) il disegno di legge di riforma della pubblica amministrazione che troverà piena attuazione entro nove mesi (quando cioè verranno emanati i decreti attuativi). Manca, naturalmente, una qualsiasi idea di rilancio della P.A, ma in compenso il disegno di legge contiene tutti quegli ingredienti alla base della campagna anti dipendenti pubblici. Il DDL si muove su 3 filoni:
Riforma della contrattazione. In questo ambito l’obbiettivo è azzerare la contrattazione collettiva disciplinando gli istituti autoritativamente per legge. Il CCNL, rigorosamente ancorato ai vincoli di bilancio, assume una valenza meramente residuale. E naturalmente, equiparando le regole del pubblico a quelle del privato, segna il passaggio dalla biennalità alla triennalizzazione dei rinnovi. Ma di questo ringraziamo sentitamente anche la CISL, la UIL e l’UGL…
Meritocrazia e premialità
Dietro la stucchevole retorica sull’innalzamento degli standard qualitativi, si nasconde un sistema di valutazione delle strutture pubbliche che comporterà, addirittura, l’istituzione di un organismo ad hoc composto da 5 membri (per il cui funzionamento vengono stanziati tra il 2009 ed il 2010 circa 6 milioni di euro) che percepiranno mensilmente più di quello che annualmente percepisce un dipendente pubblico. A cascata, la valutazione riguarderà i singoli dipendenti, attraverso un sistema di incentivi e premi affidata alla piena discrezionalità dei dirigenti. La valutazione discrezionale ed unilaterale del dirigente impatterà pesantemente sul salario accessorio ma anche sulle progressioni di carriera. E con quali soldi il Ministro Brunetta vuole pagare i più “meritevoli” considerati i tagli al salario accessorio? Ma il ddl riconosce ai dirigenti potere di vita e di morte sul personale non solo per l’erogazione del salario accessorio, ma, più in generale, su tutti gli aspetti della gestione del personale. Insomma, dirigenti a guardia dei pericolosi dipendenti pubblici assenteisti e fannulloni…
Inasprimento delle sanzioni disciplinari
Si snelliscono le procedure relative alle infrazioni di minore entità, si prevedono specifiche ipotesi che comporteranno il licenziamento, viene introdotto il divieto di aumenti retributivi ai dipendenti di uffici individuati per gravi inefficienze, ed addirittura a carico del dipendente responsabile è previsto il risarcimento del danno patrimoniale nonché del danno all’immagine arrecato alle amministrazioni.
E dal 1 luglio la prima tranche di lavoratori precari (circa 60.000) saranno licenziati (le stime dicono che complessivamente in tre anni circa 200.000 lavoratori precari saranno messi alla porta). E’ chiaro che contro questo massiccio attacco ai lavoratori bisogna intensificare le iniziative e risposte di mobilitazione. Per il prossimo 28 marzo, in occasione dell’incontro fra i Ministri del Lavoro e delle Politiche sociali del G14, le forze del Patto di Base (Confederazione Cobas, Cub e SdL) hanno promosso una manifestazione nazionale a Roma aperta ai settori sociali, a cui seguirà un grande sciopero generale per il 23 aprile con manifestazioni articolate sul piano regionale.