25 ottobre, 2008

Il protocollo sui rinnovi contrattuali

VOGLIONO FAR PAGARE A NOI LA CRISI FINANZIARIA: CISL, UIL, E UGL ADERISCONO AL PROTOCOLLO DEL GOVERNO SUI RINNOVI CONTRATTUALI!!

Dopo aver tanto abbaiato contro Brunetta, i notai della distruzione del settore pubblico, CISL, UIL, e la new entry UGL (ma questi ultimi chi rappresentano??) hanno aderito al protocollo presentato dal governo sui rinnovi contrattuali pubblici e sulla riforma del modello contrattuale. I contenuti dell’accordo si commentano da soli: 8/ 9 euro lordi di aumento per il 2008, e 70 euro lordi a regime per il 2009, di cui 10 euro alla contrattazione di secondo livello e 60 lordi in busta paga (40 euri netti); l’impegno generico (e conosciamo bene l’affidabilità di questo governo..) a ripristinare le risorse per la produttività tagliate dal decreto Brunetta; il passaggio dalla biennalità dei rinnovi contrattuali alla triennalizzazione. Insomma aumenti risibili e soltanto impegni generici a restituire ciò che semplicemente non ci doveva esser tolto, con l’aggravante della perdita di un anno di contratto..“Non saranno cifre alte come quelle del passato (?), ma con la crisi sono sempre meglio di niente” ha chiarito Brunetta, subito supportato dal segretario confederale della CISL Baratta, secondo il quale “ è condivisibile l’impianto da percorrere che ci è stato offerto”. Per adesso la CGIL non ha ancora sottoscritto l’accordo, ma la vicenda Alitalia dimostra, che, a volte, è solo questione di tempo. Attendiamo di essere smentiti… E, dunque, lo strombazzato sciopero annunciato per novembre nel settore pubblico da CGIL CISL e UIL raggiunge quasi il ridicolo, a meno che questi sindacati (o almeno due dei tre) non decidano di scioperare contro un accordo da loro stessi sottoscritto… Per decenni CGIL, CISL e UIL e i governi che si sono succeduti nel tempo ci hanno raccontato che non c’erano risorse per i rinnovi contrattuali; adesso “scopriamo stupiti” che i soldi ci sono per salvare proprio quelle banche e quelle assicurazioni che hanno causato la gigantesca crisi finanziaria. Ma per i dipendenti pubblici ancora miseria… Il messaggio del governo e dei sindacati conniventi è chiaro: scaricheremo sulle vostre retribuzioni la crisi finanziaria. Lo straordinario, riuscitissimo sciopero del sindacalismo di base del 17 ottobre ha dimostrato che oggi è possibile opporsi con forza a queste politiche. Quella giornata ha lanciato un messaggio chiarissimo al governo e ai sindacati complici: oltre 2 milioni di lavoratori in sciopero e 500.000 persone in piazza a Roma hanno detto chiaramente “ Noi non pagheremo la crisi”. Si apre una fase di scontro durissimo non solo con il governo ma anche con chi sottoscrive accordi che decretano la condanna a morte di un’intera categoria. Questo è il momento di scegliere da che parte stare. Noi siamo impegnati nella difesa del nostro salario, della nostra dignità e del servizio pubblico, qualcun’altro si nasconde dietro roboanti dichiarazioni, ma ha come unico obiettivo accreditarsi con il governo per salvare il proprio burocratico apparato sindacale. Questo dicono i fatti.
Valuteremo con i lavoratori e negli uffici tutte le iniziative opportune da mettere in campo.

23 ottobre, 2008

IL MINISTRO SACCONI ALL’ATTACCO DEL DIRITTO DI SCIOPERO

“Per tutte le attività il diritto di sciopero dovrà essere svolto senza provocare danni irreversibili ai diritti delle persone, delle imprese e dell’economia, come ad esempio quelli causati dal blocco delle ferrovie, delle strade, o di un impianto produttivo, qualora venga a mancare il servizio minimo tutte queste violazioni saranno sanzionate”. Queste le inquietanti parole pronunciate da Sacconi in un’intervista rilasciata al quotidiano “Il riformista”. Il disegno di limitazione del diritto di sciopero, attraverso l’introduzione di un referendum preventivo, la schedatura degli scioperanti e lo sciopero virtuale, da svolgersi lavorando con una fascia al braccio e trattenuta dello stipendio, annunciato, guarda caso, alla vigilia dello sciopero del 17 ottobre del sindacalismo di base, prosegue a passo spedito ( è stato già approvato dal Consiglio dei Ministri). Insomma, dopo il riuscitissimo sciopero promosso dai sindacati di base il 17 ottobre e l’immensa manifestazione nazionale,il governo corre ai ripari, ottenendo subito l’immediata disponibilità dei sindacati filo governativi Cisl e Uil (poi vedremo la Cgil che, per ora “strepita”…..) disponibili al confronto “purchè ci siano regole condivise”. L’obiettivo è chiaro: proprio nel momento in cui il governo si appresta a scaricare nelle tasche degli italiani la crisi generata dal mondo della finanza, si vuole preventivamente stroncare ogni possibilità di opposizione, rendendo lo sciopero innocuo, e pertanto inutile. La Repubblica italiana, almeno a parole, è fondata sul lavoro: il governo vorrebbe trasformarla in una Repubblica fondata sulla soppressione dei diritti sindacali e delle garanzie democratiche. Inutile dire che come COBAS metteremo in campo tutte le iniziative necessarie per fermare questi devastanti progetti.
Difendi i tuoi diritti e la tua dignità! Iscriviti e organizzati con i COBAS !

15 ottobre, 2008

L'unico sciopero utile è quello di venerdì 17 ottobre

Le dichiarazioni di Bonanni e Angeletti, pronti a revocare lo sciopero della scuola del 30 ottobre…in cambio di un incontro con Berlusconi, i conflitti interni tra Cgil e Cisl e Uil sulla riforma del modello contrattuale, lo sciopericchio annunciato senza data, spezzettato tra nord, centro e sud nei comparti pubblici, gettano una sinistra luce sulla reale volontà di opposizione ai provvedimenti di “macelleria sociale” del governo Berlusconi-Tremonti- Gelmini-Brunetta. Quando a fine mese la “riforma” Gelmini sarà definitivamente approvata dal Parlamento tradendo la mobilitazione di studenti, genitori in difesa della istruzione pubblica verrà gettata definitivamente la maschera sulla manfrina messa in piedi, solo per depotenziare lo sciopero del sindacalismo di base che si preannuncia partecipatissimo. Nel pubblico impiego la legge 133 è stato il colpo di scure finale per smantellare pezzi, settori e uffici delle amministrazioni statali, per tagliare risorse economiche alla contrattazione decentrata, per attaccare i diritti minimi del lavoratore pubblico, per bloccare le assunzioni, per risolvere la precarietà non con i contratti a tempo indeterminato…ma mandando tutti a casa! E tutto questo arriva dopo una forsennata caccia allo statale “fannullone”.

Di motivi per scioperare contro il Governo e il ministro Brunetta ce ne sono a tonnellate:

* per forti aumenti salariali adeguati al costo reale della vita;
* per l’ introduzione di un meccanismo automatico di adeguamento salariale agli aumenti dei prezzi ovvero per una nuova scala mobile;
* per il rilancio del contratto nazionale;
* per la abolizione delle leggi Treu e 30 e per la lotta alla precarietà del lavoro;
* contro lo smantellamento e la privatizzazione dei comparti pubblici;
* per un sistema previdenziale pubblico, contro l’introduzione dei fondi pensione;
* per la difesa del diritto di sciopero e l’allargamento della democrazia sindacale.


SCIOPERO GENERALE, se non ora quando?

01 ottobre, 2008

VERSO LO SCIOPERO GENERALE DEL 17 OTTOBRE: SE NON ORA QUANDO?

VERSO LO SCIOPERO GENERALE DEL 17 OTTOBRE: SE NON ORA QUANDO?

Continua la furia demolitrice del governo (Brunetta in primis) nei confronti dei lavoratori pubblici. Non contenti di aver attentato al nostro diritto alla salute con le norme sulla malattia contenute della legge 133 del 2008, non soddisfatti di aver introdotto consistenti tagli alla contrattazione integrativa, si arriva nella prossima finanziaria 2009 a prevedere stanziamenti per i rinnovi contrattuali che ammontano a 8 euro per il 2008 (tramite la provocatoria concessione dell’indennità di vacanza contrattuale) e 65 euro circa per il 2009 (lordi naturalmente) che potranno essere erogati anche tramite atto unilaterale del governo saltando, quindi, la contrattazione collettiva. E proprio in questi giorni Brunetta ha presentato un emendamento (collegato alla finanziaria 2008) per licenziare i lavoratori precari, ai quali, se pur molto timidamente, le precedenti finanziarie riconoscevano una corsia preferenziale nella stabilizzazione del rapporto di lavoro. Il governo ha oramai gettato la maschera: l’obiettivo è demolire la Pubblica amministrazione, riducendo il personale e privandolo di diritti e salario. Il tanto sbandierato “ammodernamento della P.A.” è in realtà un ritorno a condizioni di lavoro ottocentesche con salari da fame e privi di qualsiasi tutela. CGIL, CISL e UIL, complici delle politiche di demolizione del settore pubblico portate avanti in tutti questi anni, non solo non chiamano i lavoratori allo sciopero generale, ma addirittura discutono con governo e Confindustria per smantellare definitivamente il contratto collettivo nazionale ed affossare ulteriormente il potere di acquisto delle nostre retribuzioni.

E’ ora di rialzare la testa!

E’ ora di inviare un segnale fortissimo a tutti coloro (governo, Confindustria e CGIL, CISL e UIL) che vogliono ridurci alla passività!

SE NON ORA QUANDO?


VENERDI’ 17 OTTOBRE SCIOPERO GENERALE DEL SINDACALISMO DI BASE (COBAS, RDB, SDL) CON MANIFESTAZIONE NAZIONALE A ROMA (ORE 9.30 P.ZZA DELLA REPUBBLICA).