16 maggio, 2009

CON BRUNETTA È ORA DI DIRE BASTA!

Il decreto legislativo proposto dal ministro Brunetta è un attacco senza precedenti ai servizi pubblici, al potere di acquisto dei salari. Esso sancisce il furto del salario accessorio, l’azzeramento della contrattazione collettiva, l’inasprimento delle sanzioni disciplinari.In quest'ultimo anno Cisl, Uil e Ugl hanno permesso al Governo di: triennalizzare i contratti (così, perdiamo ancora più salario); umiliarci con 40 euro lordi di aumenti contrattuali mensili; riumiliarci con l'indennità di vacanza contrattuale (8 euro al mese) al posto degli arretrati. Oggi Bonanni (Cisl) e Angeletti (Uil) fanno finta di protestare col Governo per questo ultimo attacco al lavoro pubblico, limitandosi a obiettare a Brunetta di non avere trattato con loro i tagli al salario accessorio!!! E la Cgil? Nella contrattazione decentrata si adegua alla triennalizzazione e, invece di mobilitare i lavoratori, pensa a riallacciare l'alleanza (a perdere) con Cisl e Uil, che nel frattempo hanno concesso a Brunetta di tutto e di più. È stata istituita anche la cosiddetta Autorità Indipendente per la Valutazione, che servirà a ridurre il salario accessorio che non sarà più oggetto di contrattazione, ma sarà disciplinato per legge attraverso un meccanismo per cui solo il 25% dei lavoratori potrà prendere il massimo della produttività (oggi sono il 90%), metà del personale avrà solo il 50%, il 25% nulla. Il Governo, con la scusa dell'efficienza e della meritocrazia, effettua a man bassa tagli al salario (non solo riferito alla produttività, ma anche alle progressioni economiche dosate col contagocce) e tagli di personale (tra pensionamenti senza turnover e mancate stabilizzazioni dei precari, sono ormai decine di migliaia i posti di lavoro persi recentemente). Siamo di fronte a un progetto di pratica cancellazione della contrattazione sindacale e di sua sostituzione con provvedimenti legislativi, in un quadro in cui le risorse finanziarie da destinare al personale sono schiacciate tra vincoli sempre più asfissianti di bilancio e leggi finalizzate a ridurre drasticamente la spesa pubblica. Ma non solo il salario accessorio esce dalla contrattazione collettiva: anche l’organizzazione del lavoro e degli uffici sarà disciplinata direttamente per legge.Il cerchio, insomma, sta per chiudersi, con la conseguenza che a rimetterci saranno i servizi pubblici (privatizzati e con costi sempre in aumento a carico dei cittadini) e saranno i lavoratori, che si vedranno tagliare i loro salari già bassi e saranno istigati a mettersi gli uni contro gli altri per i pochi aumenti previsti per una piccola minoranza del personale. Così i "fannulloni" sono serviti! Anzi, peggio ancora, col probabile rinvio a data imprecisata delle stesse elezioni di RSU. Sarà Brunetta a far loro sapere quando.E noi quando ci libereremo di Brunetta? Non stiamo a guardare e prepariamo lo sciopero generale della Pubblica Amministrazione!