11 dicembre, 2008

Venerdì 12 dicembre - Sciopero generale intera giornata


Le manifestazioni regionali e provinciali per lo sciopero generale del 12 dicembre

VE LA PAGATE VOI LA VOSTRA CRISI

12 DICEMBRE SCIOPERO GENERALE
DELL'INTERA GIORNATA

No al salvataggio di banche fraudolente e speculatori

Usiamo il denaro pubblico per aumentare i salari, le pensioni, il reddito, gli investimenti in scuola, sanità, servizi sociali, beni comuni, sicurezza sul lavoro

Lo sciopero generale è indetto dalla Confederazione COBAS, dalla Cub e da SdL Intercategoriale

con Manifestazioni Regionali a:

ROMA P.della Repubblica ore 10

MILANO P. Cairoli ore 9.30

TORINO P. Vittorio ore 9.00

GENOVA P.de Ferrari ore 9.30

VENEZIA-MESTRE P.le Staz. Ferroviaria Mestre ore 9.00

FIRENZE P.S.Marco ore 9.30

NAPOLI P.Mancini ore 9.30

PALERMO P.Croci ore 9.30

CAGLIARI P. Garibaldi ore 10

Manifestazioni provinciali a:

BRESCIA P.Garibaldi ore 9.00

LIVORNO P.Cavour ore 9
PISA P.S.Antonio ore 9
POTENZA Largo Pignatari ore 9.30
BARI Sede Confindustria V.Amendola ore 9
BRINDISI P.Mercato della Commenda ore 9

TRIESTE

25 ottobre, 2008

Il protocollo sui rinnovi contrattuali

VOGLIONO FAR PAGARE A NOI LA CRISI FINANZIARIA: CISL, UIL, E UGL ADERISCONO AL PROTOCOLLO DEL GOVERNO SUI RINNOVI CONTRATTUALI!!

Dopo aver tanto abbaiato contro Brunetta, i notai della distruzione del settore pubblico, CISL, UIL, e la new entry UGL (ma questi ultimi chi rappresentano??) hanno aderito al protocollo presentato dal governo sui rinnovi contrattuali pubblici e sulla riforma del modello contrattuale. I contenuti dell’accordo si commentano da soli: 8/ 9 euro lordi di aumento per il 2008, e 70 euro lordi a regime per il 2009, di cui 10 euro alla contrattazione di secondo livello e 60 lordi in busta paga (40 euri netti); l’impegno generico (e conosciamo bene l’affidabilità di questo governo..) a ripristinare le risorse per la produttività tagliate dal decreto Brunetta; il passaggio dalla biennalità dei rinnovi contrattuali alla triennalizzazione. Insomma aumenti risibili e soltanto impegni generici a restituire ciò che semplicemente non ci doveva esser tolto, con l’aggravante della perdita di un anno di contratto..“Non saranno cifre alte come quelle del passato (?), ma con la crisi sono sempre meglio di niente” ha chiarito Brunetta, subito supportato dal segretario confederale della CISL Baratta, secondo il quale “ è condivisibile l’impianto da percorrere che ci è stato offerto”. Per adesso la CGIL non ha ancora sottoscritto l’accordo, ma la vicenda Alitalia dimostra, che, a volte, è solo questione di tempo. Attendiamo di essere smentiti… E, dunque, lo strombazzato sciopero annunciato per novembre nel settore pubblico da CGIL CISL e UIL raggiunge quasi il ridicolo, a meno che questi sindacati (o almeno due dei tre) non decidano di scioperare contro un accordo da loro stessi sottoscritto… Per decenni CGIL, CISL e UIL e i governi che si sono succeduti nel tempo ci hanno raccontato che non c’erano risorse per i rinnovi contrattuali; adesso “scopriamo stupiti” che i soldi ci sono per salvare proprio quelle banche e quelle assicurazioni che hanno causato la gigantesca crisi finanziaria. Ma per i dipendenti pubblici ancora miseria… Il messaggio del governo e dei sindacati conniventi è chiaro: scaricheremo sulle vostre retribuzioni la crisi finanziaria. Lo straordinario, riuscitissimo sciopero del sindacalismo di base del 17 ottobre ha dimostrato che oggi è possibile opporsi con forza a queste politiche. Quella giornata ha lanciato un messaggio chiarissimo al governo e ai sindacati complici: oltre 2 milioni di lavoratori in sciopero e 500.000 persone in piazza a Roma hanno detto chiaramente “ Noi non pagheremo la crisi”. Si apre una fase di scontro durissimo non solo con il governo ma anche con chi sottoscrive accordi che decretano la condanna a morte di un’intera categoria. Questo è il momento di scegliere da che parte stare. Noi siamo impegnati nella difesa del nostro salario, della nostra dignità e del servizio pubblico, qualcun’altro si nasconde dietro roboanti dichiarazioni, ma ha come unico obiettivo accreditarsi con il governo per salvare il proprio burocratico apparato sindacale. Questo dicono i fatti.
Valuteremo con i lavoratori e negli uffici tutte le iniziative opportune da mettere in campo.

23 ottobre, 2008

IL MINISTRO SACCONI ALL’ATTACCO DEL DIRITTO DI SCIOPERO

“Per tutte le attività il diritto di sciopero dovrà essere svolto senza provocare danni irreversibili ai diritti delle persone, delle imprese e dell’economia, come ad esempio quelli causati dal blocco delle ferrovie, delle strade, o di un impianto produttivo, qualora venga a mancare il servizio minimo tutte queste violazioni saranno sanzionate”. Queste le inquietanti parole pronunciate da Sacconi in un’intervista rilasciata al quotidiano “Il riformista”. Il disegno di limitazione del diritto di sciopero, attraverso l’introduzione di un referendum preventivo, la schedatura degli scioperanti e lo sciopero virtuale, da svolgersi lavorando con una fascia al braccio e trattenuta dello stipendio, annunciato, guarda caso, alla vigilia dello sciopero del 17 ottobre del sindacalismo di base, prosegue a passo spedito ( è stato già approvato dal Consiglio dei Ministri). Insomma, dopo il riuscitissimo sciopero promosso dai sindacati di base il 17 ottobre e l’immensa manifestazione nazionale,il governo corre ai ripari, ottenendo subito l’immediata disponibilità dei sindacati filo governativi Cisl e Uil (poi vedremo la Cgil che, per ora “strepita”…..) disponibili al confronto “purchè ci siano regole condivise”. L’obiettivo è chiaro: proprio nel momento in cui il governo si appresta a scaricare nelle tasche degli italiani la crisi generata dal mondo della finanza, si vuole preventivamente stroncare ogni possibilità di opposizione, rendendo lo sciopero innocuo, e pertanto inutile. La Repubblica italiana, almeno a parole, è fondata sul lavoro: il governo vorrebbe trasformarla in una Repubblica fondata sulla soppressione dei diritti sindacali e delle garanzie democratiche. Inutile dire che come COBAS metteremo in campo tutte le iniziative necessarie per fermare questi devastanti progetti.
Difendi i tuoi diritti e la tua dignità! Iscriviti e organizzati con i COBAS !

15 ottobre, 2008

L'unico sciopero utile è quello di venerdì 17 ottobre

Le dichiarazioni di Bonanni e Angeletti, pronti a revocare lo sciopero della scuola del 30 ottobre…in cambio di un incontro con Berlusconi, i conflitti interni tra Cgil e Cisl e Uil sulla riforma del modello contrattuale, lo sciopericchio annunciato senza data, spezzettato tra nord, centro e sud nei comparti pubblici, gettano una sinistra luce sulla reale volontà di opposizione ai provvedimenti di “macelleria sociale” del governo Berlusconi-Tremonti- Gelmini-Brunetta. Quando a fine mese la “riforma” Gelmini sarà definitivamente approvata dal Parlamento tradendo la mobilitazione di studenti, genitori in difesa della istruzione pubblica verrà gettata definitivamente la maschera sulla manfrina messa in piedi, solo per depotenziare lo sciopero del sindacalismo di base che si preannuncia partecipatissimo. Nel pubblico impiego la legge 133 è stato il colpo di scure finale per smantellare pezzi, settori e uffici delle amministrazioni statali, per tagliare risorse economiche alla contrattazione decentrata, per attaccare i diritti minimi del lavoratore pubblico, per bloccare le assunzioni, per risolvere la precarietà non con i contratti a tempo indeterminato…ma mandando tutti a casa! E tutto questo arriva dopo una forsennata caccia allo statale “fannullone”.

Di motivi per scioperare contro il Governo e il ministro Brunetta ce ne sono a tonnellate:

* per forti aumenti salariali adeguati al costo reale della vita;
* per l’ introduzione di un meccanismo automatico di adeguamento salariale agli aumenti dei prezzi ovvero per una nuova scala mobile;
* per il rilancio del contratto nazionale;
* per la abolizione delle leggi Treu e 30 e per la lotta alla precarietà del lavoro;
* contro lo smantellamento e la privatizzazione dei comparti pubblici;
* per un sistema previdenziale pubblico, contro l’introduzione dei fondi pensione;
* per la difesa del diritto di sciopero e l’allargamento della democrazia sindacale.


SCIOPERO GENERALE, se non ora quando?

01 ottobre, 2008

VERSO LO SCIOPERO GENERALE DEL 17 OTTOBRE: SE NON ORA QUANDO?

VERSO LO SCIOPERO GENERALE DEL 17 OTTOBRE: SE NON ORA QUANDO?

Continua la furia demolitrice del governo (Brunetta in primis) nei confronti dei lavoratori pubblici. Non contenti di aver attentato al nostro diritto alla salute con le norme sulla malattia contenute della legge 133 del 2008, non soddisfatti di aver introdotto consistenti tagli alla contrattazione integrativa, si arriva nella prossima finanziaria 2009 a prevedere stanziamenti per i rinnovi contrattuali che ammontano a 8 euro per il 2008 (tramite la provocatoria concessione dell’indennità di vacanza contrattuale) e 65 euro circa per il 2009 (lordi naturalmente) che potranno essere erogati anche tramite atto unilaterale del governo saltando, quindi, la contrattazione collettiva. E proprio in questi giorni Brunetta ha presentato un emendamento (collegato alla finanziaria 2008) per licenziare i lavoratori precari, ai quali, se pur molto timidamente, le precedenti finanziarie riconoscevano una corsia preferenziale nella stabilizzazione del rapporto di lavoro. Il governo ha oramai gettato la maschera: l’obiettivo è demolire la Pubblica amministrazione, riducendo il personale e privandolo di diritti e salario. Il tanto sbandierato “ammodernamento della P.A.” è in realtà un ritorno a condizioni di lavoro ottocentesche con salari da fame e privi di qualsiasi tutela. CGIL, CISL e UIL, complici delle politiche di demolizione del settore pubblico portate avanti in tutti questi anni, non solo non chiamano i lavoratori allo sciopero generale, ma addirittura discutono con governo e Confindustria per smantellare definitivamente il contratto collettivo nazionale ed affossare ulteriormente il potere di acquisto delle nostre retribuzioni.

E’ ora di rialzare la testa!

E’ ora di inviare un segnale fortissimo a tutti coloro (governo, Confindustria e CGIL, CISL e UIL) che vogliono ridurci alla passività!

SE NON ORA QUANDO?


VENERDI’ 17 OTTOBRE SCIOPERO GENERALE DEL SINDACALISMO DI BASE (COBAS, RDB, SDL) CON MANIFESTAZIONE NAZIONALE A ROMA (ORE 9.30 P.ZZA DELLA REPUBBLICA).

25 settembre, 2008

Vogliamo la quattordicesima!

VIA BRUNETTA E CONTRATTO SUBITO!
Il Ministro della DISFunzione Pubblica, mostrando definitivamente inadeguatezza e pregiudizio, ha convertito in legge gli odiosi provvedimenti contenuti nel Decreto Legge
112/2008. La Legge 133/2008 dispone – oltre che alle modalità giustificative dell’assenza per malattia, l’estensione della fascia di reperibilità a 11 ore (compresi festivi e non lavorativi), all’obbligatorietà da parte dell’Ente della richiesta di visita fiscale anche per un solo giorno di malattia (da notare che le visite fiscali costano all’Ente circa 100 euro ciascuna e chissà se il “napoleone” Brunetta lo sa) – la decurtazione del salario accessorio, non solo per i primi giorni di malattia, ma anche, senza limiti temporali, per qualsiasi assenza dal servizio. E’ fatta eccezione per i ricoveri ospedalieri, day hospital, infortuni sul lavoro, terapie salvavita, periodo di astensione obbligatoria per maternità, congedi parentali, lutto, citazione a testimoniare e per permessi di cui alla legge 104/92 solo se portatori di handicap (esclusi congedi per assistenza che verranno decurtati). Particolarmente odiose le decurtazioni riguardanti l’assistenza ai portatori di handicap, permesso per matrimonio, donazione sangue, volontariato, protezione civile, allattamento e malattia bambino. Più che un moralizzatore, il Ministro della DISFunzione Pubblica si manifesta come un persecutore dei lavoratori che, secondo lui, hanno la colpa di essere pubblici. Infatti, alla luce di queste disposizioni, oggi i lavoratori pubblici hanno un trattamento peggiorativo rispetto i lavoratori privati, sia per il trattamento di malattia sia per il livello contributivo.Nel lavoro privato, oltre la 14esima c’è da considerare che tutto il salario, compreso quello accessorio, è pensionabile all’80%, mentre nel pubblico, la produttività ha un’incidenza minimale, poco più del 15%.
CHE FARE?
Intanto, per prima cosa occorre reagire, rifiutando decisamente la criminalizzazione dei dipendenti pubblici perpetrata da Brunetta e dai mass-media.
SCIOPERO!!!
Scendiamo in lotta in lotta il 17 OTTOBRE CON I COBAS E IL SINDACALISMO DI BASE PER CHIEDERE:

- DIMISSIONI DEL MINISTRO SFASCISTA BRUNETTA
- INGLOBAMENTO NELLO STIPENDIO DELLA PRODUTTIVITA’ SOTTO FORMA
DI 14ESIMA
- RITORNO ALLA NORMAZIONE PER VIA CONTRATTUALE E NON TRAMITE PROVVEDIMENTI LEGISLATIVI UNILATERALI
- ABROGAZIONE IMMEDIATA DELLA LEGGE 133/2008
- RINNOVO CONTRATTUALE IMMEDIATO CON INCREMENTI STIPENDIALI CHE ABBIANO A RIFERIMENTO UN’INDICIZZAZIONE ALMENO AL 5% E NON ALL’1,7% COME VORREBBE IL GOVERNO BERLUSCONI
-
PER DIRE NO

- ALLA TRIENNALIZZAZIONE DEI CONTRATTI
- ALLA TRIENNALIZZAZIONE DELLE PROGRESSIONI ORIZZONTALI
- AL PRECARIATO E ALLA PRIVATIZZAZIONE DELLA “RES PUBBLICA”

19 settembre, 2008

Sulla riforma contrattuale

LA CONFINDUSTRIA ALL’ATTACCO DEL
CONTRATTO COLLETTIVO NAZIONALE!

Nei giorni scorsi la Confindustria ha presentato il documento per la riforma della contrattazione collettiva che ridimensiona non solo il contratto collettivo nazionale ma riscrive l’intero sistema delle relazioni sindacali indebolendo il nostro potere di acquisto e di contrattazione. Le “moderne” relazioni sindacali cui la Confindustria fa riferimento, si traducono in un sostanziale ritorno alle condizioni di lavoro dell’800, attraverso a santificazione delle “ragioni dell’ impresa” alle quali sacrificare diritti, salario e salute di milioni di lavoratori. Non è vero che la mancata crescita del paese dipende dalla scarsa produttività dei lavoratori italiani visto che la ricchezza prodotta in questi anni non ha incrementato il lavoro, il salario e i servizi ma solo i profitti delle imprese. Cisl ed Uil (ma anche UGL) hanno già annunciato la firma del documento, la Cgil, con divisioni interne, balbetta e prende tempo senza informare e mobilitare i lavoratori contro questa ennesima sconfitta. Per guadagnare consenso Confindustria e CGIL, CISL e UIL omettono molte verità, per esempio:
1) nel settore privato all’85% delle imprese è di fatto preclusa la contrattazione integrativa e quindi un contratto nazionale più debole penalizzerà ancora di più questi lavoratori che poi sono la maggioranza del sistema produttivo;
2) nel settore pubblico, con i tagli alla contrattazione di secondo livello stabiliti dalla manovra d’estate, lo spostamento di risorse dal livello nazionale a quello decentrato comporterà che alla stragrande maggioranza dei lavoratori saranno riservate retribuzioni sempre più basse, mentre una esigua minoranza percepirà, più o meno, quanto già percepisce oggi.
Vediamo nel dettaglio i punti salienti del documento:
• Il baricentro della contrattazione si sposta dal livello nazionalev(che garantirà soltanto i minimi tabellari) a quello decentrato e così verranno meno alcune tutele collettive spianando la strada a forti differenziazioni salariali su basi regionali, mettendo i lavoratori gli uni contro gli altri. Se fino ad oggi ogni due anni si rinnovava la parte economica dei contratti, con questa intesa essi saranno triennali con una secca perdita di salario;
• sostituzione della truffaldina inflazione programmata con un altro indice di calcolo, (l’ indice previsionale depurato), ancor più basso, poichè non tiene conto dell’inflazione cosiddetta importata (vedi costi del petrolio). Insomma, con l’inflazione reale che supera il 4%, la Confindustria propone un sistema di calcolo del potere di acquisto che alla fine indebolirà ulteriormente le nostre retribuzioni;
• possibilità di derogare (ovviamente in peius) a livello territoriale istituti economici e normativi stabiliti dalla contrattazione nazionale; ulteriore limitazione del diritto di sciopero per sette mesi in occasione delle vertenze contrattuali: in questo modo non avremo più alcun strumento di pressione per ottenere migliori contratti e tutele dei nostri diritti (e poi ci vengono a parlare di democrazia!);
• riduzione dei contratti a qualche decina con accorpamento di tante categorie che, perderanno la loro forza e autonomia contrattuale, a discapito degli interessi dei lavoratori;
• ingresso di CGIL, CISL e UIL, insieme alle imprese, negli enti bilaterali per gestire servizi; in questo modo il sindacato cesserà di essere uno strumento a tutela dei lavoratori per acquisire invece la caratteristica di un comitato di affari.
Insomma, si vuol configurare un modello di sindacato (che tanto piace al segretario della Cisl Bonanni) che, invece di organizzare lotte e mobilitazioni, dovrà sposare in toto le ragioni dell’impresa, divenendo complice delle sue scelte scellerate, che già oggi attaccano pesantemente i nostri diritti, il nostro salario e le nostre pensioni.

E’ GIUNTO IL MOMENTO DI RIALZARE LA TESTA Fermiamo l’attacco congiunto di Confindustria e governo!

VENERDI’ 17 OTTOBRE SCIOPERO GENERALE
NAZIONALE INDETTO DAL SINDACALISMO DI BASE (COBAS, RDB, SDL)


MANIFESTAZIONE NAZIONALE A ROMA Piazza della Repubblica ore 10

Difendi i tuoi diritti e la tua dignità!
Iscriviti e organizzati con i COBAS !

17 settembre, 2008

La truffa del contratto Università

UNIVERSITA': elemosina contrattuale in arrivo

con la busta di ottobre e con un ritardo di 31 mesi

Sottoscritto, l’1 agosto, il contratto nazionale Università, che riguarda la parte normativa 2006-2009 e quella economica 2006-2007. Rinviate, invece, tutte le questioni riguardanti Aziende Ospedaliere Universitarie e Insegnanti di Madrelingua.

Un contratto siglato con un ritardo di 31 mesi, col caro-vita che nel frattempo è aumentato mensilmente di qualche centinaio di euro. Un ritardo di cui sono responsabili Governo, Rettori e anche sindacati cosiddetti “firmatari di contratto”, che oggi spacciano questo rinnovo come una grande conquista. Ma le cose non stanno così.

Vediamo in sintesi alcuni aspetti salienti

1. Si continua con la grande presa in giro della Indennità di Vacanza Contrattuale. La Indennità non viene corrisposta come previsto per altro dal pessimo Accordo interconfederale del luglio 1993: in caso di rinnovo non ancora intervenuto tre mesi dopo la scadenza del contratto, dovrebbe partire automaticamente l’erogazione di questa indennità.

2. La quale non dovrebbe essere concepita come anticipo sui futuri aumenti contrattuali, ma come indennizzo per la mancata sottoscrizione del contratto nei tempi previsti, senza nessuna restituzione né inclusione nei nuovi aumenti.

3. Un’altra beffa è costituita dagli aumenti retributivi: i tanto pubblicizzati 101 euro medi (lordi, naturalmente!) sono stati ridotti a 98,70 (sempre lordi e medi!) e divisi in modo da aggravare l’elemosina. Vediamo, per esempio, la fascia C4-C7:

per l’anno 2006 e il gennaio 2007 l’incremento mensile è di 8,24 e dall’1/2/2007 è di

89,65. Abbiamo perso un anno di arretrati! A cosa servono le dichiarazioni del Governo, della Banca Centrale Europea, del Governatore della Banca d’Italia e dei sindacati “firmatari” sull’enorme perdita di potere d’acquisto dei salari, se si decidono e supinamente si firmano aumenti-elemosina, che per il 2006 non hanno restituito nemmeno i soldi spesi per l’iscrizione ai sindacati confederali “titolati” a trattare?

4. Una novità riguarda le progressioni economiche orizzontali, la famosa mobilità orizzontale. Lintroduzione sembrerebbe interessante, le manovre di mobilità orizzontale si faranno ogni anno, anziché ogni due, e vi potranno partecipare coloro che hanno almeno 2 anni di permanenza nella categoria inferiore, prima ne occorrevano 3, sulla base della compatibilità finanziaria.

Vi è un problema non di poco conto: con quali soldi si faranno le manovre di mobilità orizzontale? Senza contare i tagli del Ministro Brunetta sullUniversità, il nostro fondo del salario accessorio, grazie alle ultime “leggi finanziarie”, non è incrementabile e i soldi utilizzati per le manovre di mobilità orizzontale effettuate negli anni passati vengono detratti in partenza dal fondo, che in questo modo si è ridotto fino quasi all’esaurimento. Così, veniamo a scoprire cosa vogliono dire le due parole magiche (“compatibilità finanziaria): essendoci

scarse risorse economiche, la mobilità orizzontale si farà su selezione e per pochi intimi. Un arretramento pericoloso e da bocciare senza indugio!

5. Vengono rafforzate le sanzioni disciplinari dando corso alle norme fissate dal Ministro Brunetta nel Decreto Legge n. 112.

Un contratto che non porta benefici ai lavoratori, nessun recupero del potere d’acquisto, ma solo elemosine e ombre inquietanti sulla progressione orizzontale, resa ancora più insicura, dopo 31 mesi di ritardo: davvero un bel risultato !!!

E’ ora che i lavoratori rialzino la testa. Lotta per i tuoi diritti! Iscriviti ai COBAS!

C O B A S U N I V E R S I T A

Confederazione COBAS di Pisa Via S. Lorenzo 38 tel. 050/8312172 - confcobaspisa@alice.it