24 marzo, 2010

4 febbraio 2010: arrivano le nuove fasce di reperibilità per la malattia dei/le dipendenti della Pubblica Amministrazione

4 febbraio 2010: arrivano le nuove fasce di reperibilità per la malattia dei/le dipendenti della Pubblica Amministrazione.Dal prossimo 4 febbraio, entreranno in vigore le nuove fasce di reperibilità per malattia nel pubblico impiego. Pubblicato sulla Gazzetta ufficiale il Dpcm 18 dicembre 2009, n. 206, le nuove fasce entreranno in funzione dal 4 febbraio. Dal prossimo 4 febbraio, entreranno in vigore le nuove fasce di reperibilità per malattia nel pubblico impiego. Pubblicato sulla Gazzetta ufficiale il Dpcm 18 dicembre 2009, n. 206, le nuove fasce entreranno in funzione dal 4 febbraio, esse saranno di 7 ore (la mattina, dalle ore 9 alle ore 13 e il pomeriggio, dalle ore 15 alle ore 18). Ricordiamo che la scorsa estate erano tornate alle 4 ore di reperibilità giornaliera dopo che la legge 133 del 2008 le aveva estese a 10 ore al dì. Nessuna novità sulla procedura da seguire in caso di comunicazione dell'assenza al medico (e non se ne occuperà più il lavoratore malato)che dovrà inviare on line il certificato medico all'Inps, che lo girerà, on line, all'amministrazione di appartenenza del dipendente malato. E in caso di assenze protratte per più di 10 giorni diventa obbligatorio farsi vedere da una struttura sanitaria pubblica o da un medico convenzionato. Il DPCM conferma che l'obbligo di reperibilità "sussiste, anche, nei giorni non lavoratori e festivi",obbligo a cui non sono sottoposti i dipendenti "nei confronti dei quali è stata già effettuata la visita fiscale". Potranno, poi, non rispettare l'obbligo di reperibilità i soggetti affetti da patologie gravi che richiedono terapie salvavita. (malati gravi, infortunati sul lavoro..). E’ da ricordare che nei primi 10 giorni di malattia la perdita salariale quotidiana si aggira attorno ai 5 o 6 euro ma "la decurtazione della retribuzione, nei limiti dei primi 10 giorni, non diminuisce l'imponibile contributivo e conseguentemente i contributi devono essere calcolati sulla retribuzione virtuale corrispondente a quella che avrebbe percepito il dipendente se fosse rimasto in servizio, sia per la quota a carico dell'Ente, datore di lavoro, che per quella a carico del dipendente". Per pensione e buonuscita, quindi, vale la retribuzione "virtuale" e, in caso di "tagli" per le assenze, "l'amministrazione deve, comunque, continuare a versare i contributi sull'intera retribuzione virtuale utile ai fini delle citate prestazioni”. Le fasce orarie prolungate, l'obbligo delle visite a domicilio hanno determinato costi aggiuntivi considerevoli per la Pubblica Amministrazione. Con questi soldi, spesi inutilmente, si sarebbero potuti stabilizzare i precari e destinare maggiori risorse ai rinnovi contrattuali. Tanti altri soldi saranno spesi per gli organismi di valutazione delle “ performances” dei dipendenti e per l'applicazione della legge Brunetta. E quali benefici trarrà la cittadinanza? Nessuno, tranne leggere il nome del dipendente addetto agli sportelli che dovrà portare un cartellino di riconoscimento. E' questa un’altra delle grandi novità della riforma Brunetta!

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